recensione "the secret history" - donna tartt
TRAMA: Un piccolo raffinato college nel Vermont. Cinque ragazzi ricchi e viziati e il loro insegnante di greco antico, un esteta che esercita sugli allievi una forte seduzione spirituale. A loro si aggiunge un giovane piccolo borghese squattrinato. In pigri weekend consumati tra gli stordimenti di alcol, droga e sottili giochi d'amore, torna a galla il ricordo di un crimine di inaudita violenza. Per nascondere il quale è ora necessario commeterne un altro ancora più spietato...
AUTORE: Donna Tartt
PUBBLICAZIONE: 1992
VALUTAZIONE E RECENSIONE: 5 ★
Allora… qui abbiamo un po’ di cui parlare.
Decisi di comprare The Secret History quasi alla cieca, senza leggere dettagliatamente la trama ne niente, dopo averne sentito parlare su Instagram. Sapevo di cosa parlasse a grandi linee, ma niente di dettagliato, eppure vedere così tanti lettori meravigliati, sconcertati da questa storia mi ha rassicurato sul fatto che sicuramente non ne sarei rimasta delusa.
E così è stato.
The Secret History è un capolavoro: i misteri che ci racconta, i legami che si creano - tanto fra i personaggi, quanto con noi lettori -, non un singolo dettaglio è lasciato al caso; i personaggi, Henry, Camilla, Francis e tutti gli altri, sono costruiti egregiamente: dalle differenze più esplicite - come il linguaggio e i modi di esprimersi - fino alle più impensate sottigliezze - come una marca di sigarette.
Ho apprezzato particolarmente il risvolto psicologico della storia: una pagina dopo l'altra ci addentriamo sempre più nei pensieri del protagonista, Richard, fino ad arrivare a dei veri e propri flussi di coscienza che spesso durano pagine interi. In maniera diversa, da un approccio più esterno, attraverso dialoghi, abitudini, sguardi, ci vengono presentati tutti gli altri. Mi è piaciuto come sono stati affrontati temi come la salute mentale e la dipendenza: leggendo certi passi ci rendiamo conto di come vengano quasi lasciate in secondo piano, quasi fossero la normalità, per lasciare posto a problemi a detta dei protagonisti più importanti.
The Secret History, ad un attento osservatore, non è solo un ottimo thriller, ma anche un modo per denunciare e criticare cose come l'ipocrisia, i giochi di potere, la superficialità dei personaggi che diventano rappresentanti di una classe alta corrotta, disattenta, disinteressata a tutto ciò che accade d'importante, che valorizza l'effimero, senza curarsi delle conseguenze delle proprie azioni, a volte inosservate, ma spesso disastrose.
Eppure, nonostante tutto, è un mondo che non vorremmo lasciare mai; sono amici che non vorremmo perdere; sono casini che ci faremmo in quattro per risolvere, seppur non siano i nostri, seppur non sia la cosa giusta da fare. Girare l'ultima pagina è forse lo scoglio più grande di questo libro: abbandonare questa storia, i suoi protagonisti, persino l'Hampden College, richiede quasi coraggio. L'ho finito circa una settimana fa e una parte di me si sente ancora intrappolata tra quelle mura, tra le bottiglie di whiskey vuote, tra gli alberi e quel dannato burrone.
The Secret History è un libro che consiglio a chi cerca una storia travolgente, complessa, strabiliante, emozionante, dove bene e male non esistono e l'ago della bilancia della giustizia vacilla.
CITAZIONE: "If we are strong enough in our souls we can rip away the veil and look that naked, terrible beauty right in the faca; let God consume us, devore us, unstring our bones. Then spit us out reborn.
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